La speranza di A.

Mi chiamo A. e da due anni frequento il Centro Diurno di Ivrea; in questo periodo di lock down a causa del Corona Virus sono stata molto colpita da tutte queste persone che sono morte in solitudine e mi sono sentita molto addolorata, spaventata per questo virus che ha colpito il mondo intero.

In questo brutto periodo ho avuto modo di apprezzare la vita: ho vissuto un po’ con la parte interiore di me stessa ed ho capito che sono le piccole cose che contano: i valori, il sorriso di una persona, l’amicizia quella sincera, la famiglia, ed ho imparato ad essere molto più umile, non tutto ci è dovuto, non dobbiamo pretendere troppo dagli altri, ma accontentarci di quello che abbiamo.

Mi sento un po’ privata della mia libertà; mentre prima uscivo, prendevo il pulmann e mi recavo al Centro Diurno per stare in compagnia dei miei amici, adesso rimango a casa e passo le mie giornate tra i lavori domestici, cucinando, leggendo un libro e guardando la televisione.

Quando esco per andare in farmacia vedo le persone che sono tristi con guanti e mascherine, penso a come eravamo prima e ci rimango male.

Ma una cosa voglio dire al Corona Virus: Grazie ai nostri dottori e a noi tutti lotteremo finché non te ne andrai!

La nostra cara Italia ancora una volta rinascerà!